> di Andrea Sergi*
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UNDICI PAROLE – Seconda parte
Libertà
Libertà è muoversi e posarsi come si vuole. Solo per metafora si dice libera una cosa inanimata, come una bella pianta senza erbacce dattorno, o un ingranaggio ripulito e ben oliato, allo stesso modo in cui si dice viva una fiamma, o un rosso acceso. Propriamente, la libertà richiede un cervello, membra innervate, buona salute, un ambiente ospitale ed un sufficiente rispetto da parte degli altri. Assicurate tali condizioni, ognuno si muove secondo la sua corporeità, chi passeggiando o correndo, chi arrampicandosi sugli alberi, chi volando, chi nuotando, in silenzio o esprimendosi a suo modo; chi ha denti mastica, chi non li ha inghiotte, chi ha l’estro amoreggia; chi è stanco riposa e l’ozioso fa trascorrere il tempo, poi i due si scuotono e si affaccendano di nuovo. Tra i liberi del pianeta, quel che più differenzia l’uomo è la variabilità dei comportamenti, tale da segnare diverse epoche e da suddividerne la specie in un gran numero di tipi. Queste variazioni interessano anche il rispetto, e non vi è nulla che manifesti maggior disaccordo nel genere umano, anche restando nella medesima epoca, nazione, città e famiglia. Chi e che cosa, si tratti di uomo, donna, embrione, animale o qualunque altra, debba esser lasciata com’è, o si possa catturare, imprigionare, manipolare, distruggere, ed in che modo, può dividere non solo l’uomo moderno dall’antico, o quello europeo dal cinese, ma il padre dal figlio, il fratello dal fratello, mentre può far somigliare anime lontanissime per tempo e luogo. Non appena una parte viene a sapere dell’altra, questa discordanza produce effetti penosi e, con il livello attuale delle comunicazioni, il contrario è ormai limitato al rapporto fra il secolo presente ed il futuro. A tale inconveniente, le leggi, locali, statali, internazionali, sono sempre state il solo argine, ma non ce n’è un altro che venga sommerso tanto spesso, ed è sempre necessario aggiungere alle prime altre leggi, quelle che attengono alla loro trasgressione. Le divergenze mostrate dal confronto tra gli ordinamenti giuridici di diversi paesi, il fatto che un ordinamento in vigore sia al contempo in revisione, che le norme siano espresse senza spiegazioni e debolmente motivate dagli educatori, le violazioni impunite, quelle commesse da chi dovrebbe esserne garante: tutti disincentivi all’osservanza della legge, tutte cause di debolezza del rimedio. Continua a leggere →