
Se si volesse tentare di descrivere attraverso l’analisi di tre parole chiave, l’ideale moderno di civiltà che è venuto creandosi nel corso della storia occidentale e che ha dato vita a categorie filosofico-politiche nuove come stato, società civile, produzione, conflittualità pubblico/privato ecc., queste potrebbero essere le seguenti: «soggetto», «razionalità» e «strumentalità». Questi termini sono in grado infatti di offrire delle indicazioni piuttosto mirate al fine di contestualizzare entro le giuste coordinate storico-politiche, lo sviluppo della modernità e delle sue intime contraddizioni. La prima parola è proprio quel «soggetto» destinato ad assumere nella filosofia moderna una posizione di assoluta preminenza come fondamento unitario tanto del conoscere con il pensiero rivoluzionario di Cartesio, quanto dell’agire con la svolta hobbesiana prima e il pensiero di Rousseau poi. Partendo proprio dal versante della conoscenza, è interessante notare come il problema che domina l’intera speculazione di Cartesio fosse quello dell’uomo Cartesio. Il filosofo francese voleva infatti mostrare in che modo aveva condotto la sua ragione sino a giungere a quel criterio sicuro mediante cui era riuscito a distinguere il falso dal vero. Il compito teoretico di Cartesio era stato quello di trovare un fondamento per un metodo che potesse costituirsi come guida storica della ricerca nelle varie scienze, a partire da una critica radicale di tutto il sapere acquisito sino a quel momento.
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