Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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Sull’amicizia. Considerazioni filosofiche a partire dal pensiero di Jacques Derrida

Introduzione

Nel presente contributo verrà condotta un’analisi filosofica del concetto di amicizia; il nostro punto di riferimento fondamentale sarà Politiche dell’amicizia[1] di Jacques Derrida. Tuttavia, non ci limiteremo ad una pedissequa presentazione dei suoi contenuti, ma cercheremo di condurre una discussione critica delle tesi derridiane che in questo testo emergono, operando un confronto con altre voci importanti del panorama filosofico, in primis Aristotele e Carl Schmitt, ma anche Friedrich Nietzsche ed Emmanuel Lévinas. È pertinente notare che in libri scritti successivamente[2], il filosofo franco-algerino arriverà ad abbracciare totalmente la filosofia dell’alterità di Lévinas; in questo, invece, i riferimenti a Lévinas sono piuttosto pochi[3], anche se, come cercheremo di mettere in luce, non sono del tutto assenti. Infine, una volta delineati i tratti fondamentali del modello di amicizia derridiano, cercheremo di mostrare il forte legame che intercorre tra esso e un sistema politico democratico.

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