Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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Ricordi filosofici

LEIBNIZ: TRA TEOLOGIA E FILOSOFIA

All’indomani della conclusione della guerra dei trent’anni (1618-1648), che segna l’acme dell’intolleranza religiosa nell’Europa moderna, nel lontano 1646 nasce a Lipsia colui che sarà destinato ad essere innalzato sugli altari maggiori della filosofia: G.W. Leibniz.  Egli è ritenuto dai suoi contemporanei e dai posteri una delle menti geniali della storia della filosofia: logica, fisica e metafisica sono i  suoi campi preminenti, sulle quali costruisce le prime impalcature del suo sistema di concetti, rivolti a questioni capillari: di ambito teologico, se parliamo dell’esistenza di Dio; oppure di carattere logico-fisico, se ci spostiamo sull’asse dei corpi in moto, o del calcolo combinatorio. Scorgiamo teologia o filosofia nel filosofo di Lipsia? La risposta, di conseguenza, richiede un lungo ragionamento, attento e rigoroso, il quale toccherà tematiche ostiche, e spesso scevre di soluzioni. Tuttavia, conoscere con precisione  Leibniz, mens universalis, non è molto semplice. La sua natura, spiccata e curiosa, ci permette di capire le caratteristiche basilari della sua storia. A proposito di ciò, nel suo ultimo scritto, Storia universale ed Escatologia,  del 1715, prima della sua morte, sosteneva l’impossibilità di computare, con precisione e attenzione, tutti i minuziosi dettagli della storia[1] dell’uomo.

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La metafisica tra Cartesio e Paolo Mattia Doria

Per Vico lo studioso da privilegiare per trattare di metafisica è senza dubbio Paolo Mattia Doria[1]. In effetti, nel pensatore genovese la metafisica determina buona parte del suo pensiero. Egli diventa filosofo metafisico in seguito ad alcune vicende della sua vita, che l’hanno reso protagonista.

D’altro canto, in età moderna, a partire da Cartesio, la metafisica rappresenta la tappa principale per ogni pensatore; e la stessa idea di metafisica, in quel periodo, muta. Invece la nel Medioevo la metafisica percorre gli stessi passi  della teologia, poiché può essere un supporto rilevante per dare alcune risposte per quanto riguarda l’esistenza di Dio. In età moderna alla tradizionale conoscenza della metafisica fondata esclusivamente su problemi che vanno al di là della realtà stessa, si aggiungono altri due concetti ritenuti fondamentali: l’uomo e la natura. 

A partire da Cartesio, lo studio della metafisica non incomincia da Dio, malgrado la religiosità di alcuni pensatori, bensì dall’uomo. I filosofi si rendono conto che le astrattezze di una metafisica alquanto arretrata non giova al pensiero; anzi, rende lo studio filosofico sempre più complicato. In realtà, c’è l’esigenza di comprendere e di esaminare l’uomo nei minimi dettagli; per poi giungere alla verità con decisa consapevolezza. Cartesio è l’iniziatore di una metafisica che parte dall’uomo e giunge a Dio e fino ad arrivare alle verità eterne. 

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