>di Giovanni Mazzallo*
Non è possibile avere esperienza del tempo nella sua essenza oggettiva (nella sua totalità universale) in quanto ogni soggetto conoscente vive e concepisce il tempo in conformità con la propria esistenza soggettiva che fa sì che esso non possa più essere appreso nella sua indipendente oggettività perché inevitabilmente “soggettificato”. Il tempo è relativo al soggetto e dipende dalla sua interpretazione singolare di esso. Il tempo regola la propria universalità in base ai diversi soggetti conoscenti parcellizzandosi (particolarizzandosi) così da assumere forme, modi e significati che differiscono di soggetto in soggetto; ogni soggetto interpreta il mondo, la vita e se stesso sulla base del tempo storico-idiografico che vive e del modo in cui lo esperisce così che il tempo diviene al contempo (dalla dimensione temporale unica che è) più tempi (più manifestazioni di sé) che rappresentano altrettante dimensionalità esistenziali uniche ed irripetibili per ogni singolo soggetto.
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