Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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Dieci argomenti di filosofia

 

> Vito J. Ceravolo*

A Manuela Santalucia

Questo è un testo d’amore, senza alcuna critica.

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1. Argomento dell’esperienza

Tendo la mano intorno a me. Afferro una ciliegia, mi impatta sul tatto. Apro gli occhi e mi è rossa. Avvicinandola il profumo mi inebria. La mordo: succhi si sprigionano in bocca, è fresca rotondità. Ho appena ingerito in me degli oggetti esterni, divenuti ora la mia esperienza soggettiva. L’esperienza soggettiva è la propria immediata esperienza delle cose e noi esperiamo cose solo quando le proviamo in noi stessi, in propria esperienza interna: si ha immediata esperienza solo di ciò che si percepisce internamente in se stessi, e ciò che si percepisce internamente consta anche dei valori, interiorizzati in sé, dell’oggetto percepito.

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Alla ricerca del concetto di temporalità. Heidegger lettore di Kant

> di Giorgio Astone

 

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1. Introduzione

Disquisire della temporalità e del suo lessico sembra, di primo acchito, implicare per il lettore d’oggi una più radicale immersione nella humus filosofica e metafisica; ciò che non ci si aspetterebbe, forse, è che l’esigenza che porta a riscoprire un simile concetto per inquadrarlo in termini più chiari può venire da campi differenti, aventi obiettivi diversi ed apparentemente più ‘pratici’ rispetto a quelli delle scienze filosofiche. Un esempio che può essere fatto è quello della sociologia del tempo: la Social Acceleration Theory, che vede fra i suoi principali teorici Hartmut Rosa, nel porre al centro della sua diagnosi nuove forme di alienazione temporale che caratterizzerebbero le società contemporanee, si riferisce alla ‘temporalità’ come a quella dimensione fenomenologica ed esperienziale del soggetto che si ritrova impossibilitato al cambiamento reale (a causa di una molteplicità di cambiamenti apparenti ed eterodiretti).

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