> di Alessandra Peluso*
Una grande maestra di filosofia, certamente, può definirsi Ágnes Heller: esponente di spicco della Scuola di Budapest, allieva di Lukàcs, scrive per noi, per le attuali generazioni “La filosofia radicale. Il bisogno di un’utopia concreta e razionale”, edita da Pgreco Edizoni, Milano. Un testo che riconosce nella filosofia il valore universale di bisogno, una necessità di muovere dalle radici storiche, dalle origini, per proporre una soluzione. Heller prospetta un aiuto sostanziale e concreto nella filosofia. “La filosofia è il demiurgo”, scrive ad un certo punto Ágnes Heller, “essa esige che il mondo diventi la patria dell’umanità”. E non è solo una pretesa, aggiunge la filosofa, ma qualcosa che può accadere, realizzarsi perché la filosofia è democratica, è un bisogno di tutti. Ciascun uomo dotato di ragione partecipa alla discussione filosofica. Un’idea regolativa, quella di Heller, che poggia tra l’essere e il dovere, tra l’apparenza e l’essenza, l’opinione e il sapere.
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