Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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I conti con il male. Ontologia e gnoseologia del male secondo Giuseppe Brescia

> di Gianfranco Bosio*

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Dopo Il vivente originario (Albatros, Milano, 2013 con nostra “Prefazione”), e Tempo e Idee (Gazzaniga ed., Milano 2014), in questo suo ultimi e recentissimo libro Giuseppe Brescia (che tra l’altro è Presidente della “Libera Università G.B. Vico” di Andria ed è stato anche insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica), ci presenta una nutritissima rassegna di vedute e di risposte di grandi pensatori come Kant, Schelling, Nietzsche, Heidegger, Pareyson riguardanti la grande domanda sul “perché” del male nel mondo, nelle sue forme di “male metafisico”, “male morale” e “male fisico”. In primo piano si staglia la figura di J.F. Schelling, fra i cui scritti emerge soprattutto il trattato del 1809, Ricerche sull’essenza della libertà umana del 1809. Brescia rileva come il male sia intimamente ed essenzialmente connotato dalla libertà della volontà e dalla sua originaria spiritualità. Continua a leggere


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Da Bruno a Escher: la Biblioteca celeste di Interstellar

> di Giuseppe Brescia*

Christopher Nolan e il Nolano.

Anche il fare cinema “arte figurativa”, “Tempo sul tempo” (Carlo Ludovico Ragghianti);la esaltazione dello spazio-tempo, “quarta dimensione” (Bruno Zevi), è la essenza del ‘cinema’ stesso, riguardata sotto il punto di vista ermeneutico, assumendo la nostra teoria, “l’arte tanto intuisce quanto prospetta” (“Non fu sì forte il padre”, Galatina 1978), in grado di annodare epistemologia, estetica idealistica, cosmologia, fisica moderna, neurobiologia e scienze di frontiera, “Azione a distanza” e – da ultimo – le tante variazioni del “senso del celeste” (Dante e Bruno, Vico, Galilei e Margherita Hack, Leopardi, Baudelaire, Proust e Joyce, Tolstoj e Saint-Exupery, Santillana e Calvino). E quale miglior pietra di paragone, per tale paradigma, del fantastico film “Interstellar” dell’inglese Christopher Nolan (scritto assieme al fratello Jonathan, Warner Bros 2014: consulenza del fisico teorico del California Institute of Technology Kip Stephen Thorne; con musiche di Hans Zimmer ed Effetti speciali di John Kelso e Paul Franklin)? Continua a leggere