Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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Il tempo in Kant. Il rifiorire del pensiero. L’idealismo e la filosofia kantiana

> di Bruna, Stefania Massari*

Abstract: The intention of this article is to show how, through the analysis of various aspects of Kantian speculation in relation to “time”, it is possible to observe, in the philosopher of Konigsberg, a need to recover a thinking approach to philosophy, that was able to overcome the dualisms that affected the era that preceded the “enlightenment century”. Such is the sense of the Kantian concept of “metaphysics”, in which a “reason” was needed to be understood as “organic”, going beyond any theoreticism and scientism (today’s terms, as well as today’s drifts of philosophy), that the author had already begun to foreshadow substantially in his time, and which Hegel and the idealistic Wirkungsgeschichte had continued to undertake, as a philosophical approach to history.

Key-word: Time, Metaphysics, Thinking-Philosophy, Kantian-speculation, Philosophical-approach-to-history

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Il senso delle cose. Per un realismo fenomenologico. Un saggio di Angela Ales Bello

> di Stefano Santasilia

Il dibattito relativo al realismo, con lo specifico riferimento al nuovo realismo, imperversa oramai in maniera evidente in tutto il panorama mediatico. Il problema di fondo, che anima la discussione, è il tentativo di comprendere se il “ritorno” alle cose sia qualcosa che necessariamente va riproposto a discapito delle altre correnti filosofiche o se, in realtà, queste ultime, o qualcuna di esse, già da sempre ha coltivato quell’attenzione al reale che il nuovo realismo pretende riportare alla ribaltà come estrema necessità. Il testo della professoressa Ales Bello si colloca in questo secondo filone di ricerche assumendosi la responsabilità di mostrare come, nella sua stessa fondazione, la fenomenologia si strutturi come un realismo.
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