Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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Scolio XX

LO SCHIZOIDEO IMPERANTE
Nei toni di un invito a Nietzsche

> di Leonardo Arena*

…allo schizo, pertanto, appartiene di fatto il mondo del pensiero, checché ne dicano Deleuze e Guattari, il cui Antiedipo segnerà una svolta, rispetto ai convulsi rapporti padre/madre, per tutti noi, i figli occidentali di un platonismo mal digerito o soltanto espunto, si spera, dai meandri della Storia. Nietzsche vi pertiene, pertiene alla sfera schizoidea, ma ciò non suoni come un rimpianto, o un’accusa di reato, no, non incriminazione, qualora lo schizo fosse, come è, il substrato di ogni nostro pensiero o azione, od omissione, come un tempo asseriva in una dottrina pretesa cattolica e quindi universale. Lo schizo che noi siamo osa assumere i toni del paranoideo, anche parmenideo, che s’impunta sulle distinzioni, normale/anomalo, complotto/innocenza, e non ne viene a capo; no, se non vietandosi di aderire all’esorcismo del nudo, grande piaga dell’epoca, che vorrebbe trovare, e non lo attinge, il senso, fosse pure uno solo, il significato, e poi arretra di fronte allo stesso Moloch che ha creato.

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Storia del nulla di Sergio Givone

> di Daniele Baron

Nello sviluppo storico del pensiero filosofico occidentale c’è un concetto che è stato per lo più rimosso, sottaciuto o addirittura negato: il nulla. Potendo idealmente abbracciare con uno sguardo l’intera storia della filosofia, nel suo percorso metafisico e ontologico, noteremo che è stato propriamente il problema dell’essere a dominarla e come il concetto di nulla sia stato tematizzato marginalmente. L’opera di Sergio Givone Storia del nulla, Editori Laterza, Bari, 1995, si presenta, dunque, come una novità interessante nel panorama speculativo contemporaneo, possedendo i crismi della originalità e può apparire a prima vista, già dal titolo stesso, paradossale: si può dare storia del nulla, di ciò che non è?

Quest’opera tratteggia una breve storia del pensiero filosofico alternativa a quella ufficiale, una vera e propria contro-storia della filosofia, a partire dai presocratici fino ai contemporanei, seguendo come filo conduttore il concetto del nulla. La ricostruzione storica poggia su di una solida posizione speculativa dell’autore, che viene delineata all’inizio, nell’Introduzione (scritta in forma di dialogo fra l’autore ed un ipotetico lettore): la concezione teoretica lì messa in chiaro da parte di Givone, infatti, funge da base interpretativa per la disamina successiva e poi si approfondisce in controluce, lungo tutto il percorso storico-descrittivo. Il discorso, ci avverte l’autore, non può essere lineare e la storia del nulla non può essere speculare a quella dell’essere, a causa di un lungo esorcismo nei confronti del nulla sia da parte della logica sia della metafisica. Il nulla si configura, in fin dei conti, come un concetto “maledetto”, che la metafisica e la storia della filosofia hanno tentato di annullare, di nascondere. Tuttavia, nonostante tale ostracismo, il nulla talvolta, spesso in ambito estetico ed artistico, è stato tematizzato in modo autonomo ed è venuto alla luce in tutta la sua potenza e rilevanza, ponendosi addirittura come alternativo all’essere o come suo abissale fondamento. Il compito che Givone s’impone è quello di ritrovare, nella storia del pensiero, questi punti di emergenza del concetto. Continua a leggere