Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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La mosca, il timone e l’osservatore. Il libero arbitrio è solo un’illusione(?). Fisica, filosofia e teologia a confronto

di Pietro Polieri

Breve sintesi

Il libero arbitrio continua ad essere ancora oggi al centro di un dibattito che dalla filosofia e dalla teologia, in cui era stato tradizionalmente situato e analizzato in passato, si è andato progressivamente spostando, nella contemporaneità, nella giurisdizione teoretico-operativa delle neuroscienze cognitive ed anche, con frutti inattesi ma tutti ancora da approfondire e valutare, in quella della fisica. Dove il problema si pone, soprattutto da parte della Meccanica Quantistica, in termini di una sua plausibilità a seconda che si concepisca il mondo atomico e sub-atomico come articolato in modo indeterministico, come previsto dalla teoria, per così dire, ‘standard’, o deterministico, come proposto dalle più recenti e radicali ipotesi, tra cui quella avanzata dallo studioso olandese Gerard ’t Hooft, classificabile come ‘superdeterminismo’. Una questione che, lungi dal trovare esaurimento nel solo ambito della fisica teorica, ha risollecitato filosofia e teologia a riproporsi ermeneuticamente sul tema e a pronunciarsi rispetto a tale istanza scientifica, mostrando, così, la complessità, soprattutto di tipo metodologico, di tale iniziativa dialogico-interdisciplinare e i limiti propri del linguaggio delle due discipline ‘umanistiche’ nel trattare un argomento che, pur nato e vissuto con loro, sembra aver traslocato in una sede teorica apparentemente più rigorosa e creativa.      

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