Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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«L’arte tanto intuisce quanto prospetta». Interpretazioni del gioco.

di Giuseppe Brescia*

Momento emblematico della concezione dell’arte come “prospettiva” (squisitamente teoretica e non meramente matematica) è dato nella fortuna delle interpretazioni del gioco, Leit-motiv che introdussi in Teoria della Tetrade (Guglielmi, Andria 2000, pp. 167-189) e ne Il gioco come momento ermeneutico (Laterza, Bari 2003). Classici esponenti ne sono i due dipinti Giocatori di carte di Cezanne (1890-1895, al Musèe d’Orsay di Parigi; e 1890-1892, al Metropolitan Museum of Art di New York), nel secondo dei quali la ‘prospettiva’ è nell’osservatore in piedi di spalle alla parete con le quattro pipe, e di fronte ai due intenti giocatori con un terzo assiso allo stesso tavolo; e i nuovi Giocatori di scacchi del franco-thailandese Vincent Tailhardat (il 1970), il cui tavolo è  sghembo su di un pianountitled pericolosamente inclinato, con un cane accovacciato per terra, in primo piano (e corrispondente, forse, alla «greggia mia, beata, che non sai», del Canto notturno leopardiano). Questo quadro si può osservare alla Galleria d’arte di Place Vendome a Parigi, e sviluppa originalmente il tema della ‘relazione’ interpersonale attraverso la ripresa del ‘trascolorare’ delle giacche e delle tinte, già coniato dal Cezanne, oltre che nell’insistente contrappunto di spigoli e gomiti che sapientemente ricollega lati del tavolo, scacchiera e personaggi. La ‘prospettiva’ è nel ‘giudizio percettivo’; l’aspetto teoretico nella forma artistica, il cui carattere di ‘cosmicità’, di universalità intrinseca, trattiene in seno il momento ‘archetipale’, paradigmatico. Continua a leggere


1 Commento

Mutamenti di senso e vedere-come. Ricoeur, Wittgenstein, Waldenfels

> di Moira De Iaco*


Sommario

Per la filosofia, assumere la responsabilità del linguaggio, un linguaggio essenzialmente metaforico in quanto capace di rivelare il reale creandolo sempre di nuovo, significa rendersi consapevole che in ogni ordine eccede l’estraneo come fenomeno radicale e integrale del nostro pensiero. In questa prospettiva, la riflessione sulla metafora come evento del senso risulta esemplare. La metafora è infatti l’irrompere dell’estraneo, l’emergere dello stra-ordinario nell’ordinario. Noi non vediamo semplicemente il mondo, non ci riferiamo direttamente a esso designandolo, oggettualizzandolo, piuttosto “vediamo-come” la realtà che ci accade, liberando l’immaginazione al di là di stringenti vincoli soggetto-oggetto.

Parole chiave: estraneo; interpretazione; metafora; saltare all’occhio; vedere-come

Abstract

Philosophy that assumes the responsibility for language, which is essential metaphorical because it can reveal the real creating it again and again, becomes aware that the stranger is a radical and integral phenomenon of our thinking and exceeds in every order. In this perspective, it is important to reflect on the metaphor as event of meaning. Metaphor is, in fact, the irruption of the stranger, the emerging of the extra-ordinary in the ordinary. We do not simply see the world, but we “see as” the reality that happens us, freeing the imagination beyond subject-object stringent constraints.

Keywords: interpretation; metaphor; seeing-as; stand out; stranger Continua a leggere