
«Nessuno dispone delle soluzioni generali ai problemi globali». Questa affermazione di Raimon Panikkar, filosofo del dialogo, è ormai un dato di fatto: solo dall’incontro e dal confronto possono emergere le soluzioni ai problemi che ci attanagliano: l’ambiente, la povertà. La guerra. Il dialogo non è più una possibilità, ma una necessità.
Da questa consapevolezza nasce la nuova collana dell’editore Pensa Multimedia, “Pratiche dialogiche”, diretta da Riccardo Mazzeo
intellettuale che non si è mai limitato a parlarne, ma ha saputo mettersi in dialogo attivamente e con i più grandi: suoi i capisaldi Conversazioni sull’educazione (Erickson) ed Elogio della letteratura (Einaudi), scritti a quattro mani con Zygmunt Bauman. Collana che si propone come crocevia fra discipline che, a causa della specializzazione, si incontrano sempre più di rado: le neuroscienze, cinema, filosofia, psicologia, letteratura.
Ed è proprio da Dialogo cinema e letteratura che parte Mazzeo, insieme a Nina Harriet Saarinen, non senza incursioni nella filosofia (benvenuta la ripresa dell’importante nozione di “concettimmagine” di Julio Cabrera). Cos’hanno in comune Dostoevskij e Kubrick, e perché ne abbiamo bisogno oggi? Quale strada è tracciata fra le lezioni di Ingeborg Bachmann, Massimo Recalcati e Roland Barthes? In che modo vedere meglio ci aiuta a capire meglio? Cosa dobbiamo ancora scoprire della seduzione, e in che modo questa è indispensabile alla fioritura della vita umana?
Un saggio dalla sorprendente profondità, ma anche agile e rivolto a un pubblico di non specialisti. Con un nutritissimo elenco finale di libri e film cui dovremmo seriamente pensare di rivolgere lo sguardo, uno di questi giorni.