Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot

Il cervello aumentato, l’uomo diminuito. Filosofia e neuroscienze a confronto in un saggio Erickson di Miguel Benasayag

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> di Paolo Calabrò

«Chi pensa che da un mondo finito si possa trar fuori una crescita infinita, è uno stupido. O un economista» recita la nota boutade (che poi tanto comica non è; cioè, fa sorridere, sì, ma proprio perché sappiamo tutti quanto sia vera). Lo stesso potrebbe dirsi per il cervello e per le sue capacità: c’è oggi una certa neuroscienza che pretende di vedere all’orizzonte un’estensione pressoché infinita delle facoltà cerebrali dell’uomo, finanche – secondo l’auspicio di certa fantascienza degli ’80 (si pensi a Software di Rucker) – di smaterializzare le potenzialità del pensiero da quelle della materia corporale; dimenticando che “l’orizzonte”, appunto, è quella linea che… si allontana a mano a mano che ci si avvicina a essa.

Ma ciascuno è libero di credere nell’avvento di ciò che vuole; perché si tratti di scienza, tuttavia, è necessario che l’approccio sia diverso. E l’approccio scientifico alla questione è mirabilmente in azione nell’eccellente studio di Miguel Benasayag – filosofo, biologo e psicanalista di origine argentine che conduce le sue ricerche all’interno di una équipe internazionale di ricerca, a Parigi – dal titolo Il cervello aumentato. L’uomo diminuito (ed. Erickson, 2016), nel quale si spiega, “dati alla mano”, quanto il modello di uomo quale “macchina pensante” (da potenziare a forza di “turbo” da innestare e stimolare qua e là) non solo sia radicalmente falso (e pertanto inapplicabile), ma quanto sia dannoso nello snaturare l’immagine che l’uomo ha di se stesso e delle proprie possibilità reali. Le quali affondano le proprie radici in una realtà e da essa – da cui traggono il proprio nutrimento – non possono venir recise senza pregiudizio. Se il tentativo di portare l’uomo oltre se stesso è destinato ad approdare alla sua disumanizzazione, non si può che biasimarlo: di diritto – in quanto l’idea è in se stessa abietta – e anche di fatto – poiché questa pretesa, nella storia, ha creato non già dei giganti, ma dei mostri.

Rivolto a tutti, non a un mero pubblico di specialisti, questo di Benasayag è un saggio di straordinaria attualità e importanza, oltre che di grande chiarezza, grazie all’ottima traduzione di Riccardo Mazzeo, che firma anche la Prefazione.


M. Benasayag, Il cervello aumentato, l’uomo diminuito, ed. Erickson, 2015. Prefazione e traduzione di Riccardo Mazzeo.

Autore: Paolo Calabrò

Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Collaboro con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Dirigo con Diego Fusaro la collana di filosofia "I Cento Talleri" dell'editore Il Prato e con Daniele Baron la rivista online «Filosofia e nuovi sentieri». Sono membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Il rischio di pensare. Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e i libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o Del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.

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