4. La forza
La meccanica per Poincaré, pur avendo base dichiaratamente sperimentale (come prescritto dagli Inglesi) e non essendo una scienza deduttiva e a-priori (come sostenuto dagli europei continentali), risente ugualmente dello stesso carattere di convenzionalità caratterizzante la geometria benché in modo sostanzialmente differente.
Il carattere definizionale delle terminologia scientifica della meccanica (forza, massa, accelerazione, inerzia, etc…) ha chiaramente natura convenzionale (le convenzioni sono definizioni travestite in Poincaré), ma tale convenzionalità si mostra diametralmente opposta a quella presente nella geometria; se in geometria le convenzioni sono libere e, allo stesso tempo, arbitrarie (ognuno può scegliere i propri assiomi liberamente senza alcun criterio di riferimento essenziale che ne determini la verità e la validità), per cui si possono costruire, come mostrato da Poincaré, mondi fantastici e immaginari all’inverosimile senza limitazioni (dato che la geometria risulta essere una creatura, una creazione puramente convenzionale), in meccanica, invece, le convenzioni sono altrettanto libere non perché basate su un antecedente presupposto di arbitrarietà già concessa a-priori, ma perché basate su dati sperimentali che comprovano la validità delle ipotesi avanzate in merito ad un determinato oggetto studiato e, pertanto, convalidano l’adozione di una definizione particolare adatta a descrivere pienamente quel dato fenomeno indagato. Pertanto, la libertà di tali convenzioni non è data dall’arbitrarietà, ma dalla vastità dei fenomeni la cui verifica delle ipotesi permette di adottare liberamente una definizione piuttosto che un’altra per meglio spiegare un certo fenomeno fisico. Continua a leggere