> di Mario Lupoli
Il saggio di Matteo Loconsole, edito dalla Pendragon di Bologna, ricostruisce un’importante pagina della storia italiana, quella del dibattito dei primi del Novecento attorno al problema di una sessualità consapevole. Un punto di primaria rilevanza, in cui filosofia, politica e scienza si incontrano nell’orizzonte dell’emancipazione femminile e sociale.
Il saggio inquadra in Italia, nel periodo precedente al fascismo, quel movimento di matrice neomalthusiana che promuoveva il controllo delle nascite tra le classi lavoratrici. Questa storia mette in luce come sia improprio identificare la linea progressiva delle tecno-scienze e l’arco dei mutamenti nella sfera culturale. La stessa categoria di progresso scientifico, evidenzia Loconsole, non può essere assunta aproblematicamente per comprendere un fenomeno che in realtà è privo di ogni carattere di omogeneità e linearità.
Nelle pieghe delle contraddizioni tra le linee di sviluppo culturali e scientifiche, va contestualizzato il confronto multidisciplinare sulla sessualità di questo periodo.
Il moralismo imperante nella società curvava, come spesso continua a curvare, la riflessione etico-politica e addirittura la stessa discussione scientifica attorno a questo tema. Tema che viene così da subito esposto all’arbitrio della soggettività e di una visione conservatrice del problema.
In tal modo si operava una frattura tra cultura della sessualità e ambito scientifico, di difficile composizione. Le discussioni dell’epoca erano motivate essenzialmente da un’unica ragione: “l’indagine scientifica del corpo e della sessualità umani, imperando una morale di stampo spiritualista, era additata come oltraggiosa, immorale e, soprattutto, anticristiana” (p. 10).
Le grandi domande che il saggio di Loconsole contribuisce ad approcciare con maggiore consapevolezza vertono intorno alla questione chiave: è legittimo perseguire scientemente un maggiore benessere individuale e sociale, attraverso un governo consapevole della procreazione?
Non si può qui che prender le mosse da Thomas Malthus, l’economista che teorizzò “uno squilibrio tra la produzione dei mezzi di sussistenza e l’incremento della natalità” (p. 10), e dal darwinismo, soprattutto nelle sue riletture postume. La discussione sulla contraccezione aveva così due problemi sullo sfondo: la sovrappopolazione da contrastare e l’intervento consapevole per scongiurare la decadenza individuale e di specie.
L’Autore ricostruisce una situazione socio-culturale e un dibattito molto importanti, che illuminano anche l’attuale problematica bioetica e la discussione politica, di recente riproposta, attorno all’aborto, alla cosiddetta “pillola del giorno dopo”, e a come queste questioni si intreccino alla prospettiva sempre aperta di emancipazione femminile e sociale.
Questi problemi assumono naturalmente una dimensione peculiare in un Paese con una presenza tradizionalmente influente della Chiesa. Un peso determinante assumono le norme di condotta del cattolicesimo e un’idea metafisica di natura, le cui razionalità vengono concettualizzate come omogenee. Portato di questa specificità è la riduzione della scienza ad ancella del moralismo egemonico nella società, riduzione che ne costituiva la sovversione e lo svuotamento.
Comprendere questi importanti nodi richiede la conoscenza di alcune esperienze della storia d’Italia, che meritoriamente Loconsole ricostruisce con attenzione e ricchezza di elementi: in particolare quella de «L’educazione sessuale», una rivista neomalthusiana finalizzata a propagandare il controllo delle nascite in un clima fortemente avverso. La rivista, spiega l’autore, aveva un profilo rigoroso, per poter arginare con l’autorevolezza della scienza gli attacchi moralistici che da più parti doveva inesorabilmente attirare. La prospettiva della rivista era concentrata sulla promozione di una generazione cosciente, capace di fronteggiare malattie sessualmente trasmissibili, di sostenere la causa di emancipazione di genere, di promuovere un modo di vivere la femminilità e la maternità consapevole e libero. Non è pertanto arbitrario il collegamento che Loconsole opera tra queste questioni e la difesa della libertà di pensiero e parola, di cui «L’educazione sessuale» si ritrovò a diventare campione.
L’atto di affrontare la sessualità e la contraccezione è esso stesso un percorso libertario, che si scontra frontalmente con la cappa oppressiva del bigottismo dell’epoca. La trattazione storica non ricostruisce tuttavia solo il passato, ma ci permette di inserirci nei dibattiti odierni con un punto di vista più maturo, che può aiutarci a mettere in discussione tutti quei valori, quelle ideologie e quelle norme che vengono trasmessi come “naturali”. Discutere la loro stessa “naturalità”, problematizzare radicalmente i loro contenuti e le loro matrici storiche e culturali, ci porta a nuovi interrogativi: etici, politici, scientifici. Questioni aperte che, nel recinto del moralismo egemonico, rischiano di venire soffocate e piegate a cassa di risonanza dell’ipocrisia più bigotta, ieri come oggi. Il contributo di Loconsole è da leggere e meditare soprattutto per questo: è uno strumento utile per maturare un pensiero critico, che ai problemi della società sappia rivolgere uno sguardo consapevole dei pregiudizi vigenti e capace di liberarsene.
Matteo Loconsole (1992) è dottore magistrale in Scienze filosofiche presso l’Università di Bologna. Le sue ricerche mirano alla ricostruzione dei rapporti tra la storia della sessualità, la storia della psicologia e la storia della filosofia tra il XIX e il XX secolo. Vincitore, presso l’Università di Foggia (in convenzione con l’Università di Roma Tre), del concorso di dottorato in Cultura, Educazione, Comunicazione. Ha pubblicato diversi articoli scientifici sui suoi temi di interesse
* Mario Lupoli è nato nel 1979 a Napoli, dove si occupa di pratiche filosofiche, educazione non formale e mediazione culturale. Ha pubblicato lavori sulla storia della filosofia, sulla ricezione di Platone nel pensiero contemporaneo, sul materialismo storico e sulla teoria critica della società.
Matteo Loconsole, Storia della contraccezione in Italia tra falsi moralisti, scienziati e sessisti, ed. Pendragon, Bologna 2017.