Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot

Filosofia e letteratura distopica. Un saggio Aracne di Ambra Benvenuto

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> di Paolo Calabrò

In un piccolo fondamentale saggio sulla politica in epoca nazista (“La responsabilità personale sotto la dittatura”, in R. Esposito [a cura di], Oltre la politica, ed. Bruno Mondadori, 1996, pp. 93-127), Hannah Arendt spiega che ciò che ha permesso ad alcuni tedeschi di non perdere la testa per il fuhrer e la sua legge non è stata affatto – come a lungo si è creduto, e ancora si propaganda – l’abitudine a tenere saldamente per veri certi valori, cui aggrapparsi indipendentemente dalla realtà e spesso a dispetto della realtà, bensì l’attitudine ad ascoltare la propria coscienza e a valutare il mondo circostante in accordo con essa. L’interessante volume di Ambra Benvenuto, dal titolo Filosofia e letteratura distopica, sembra voler riaffermare con forza questa conclusione, declinata – anziché nel panorama della barbarie nazista – in quello distopico delle tante narrazioni letterarie, cinematografiche, filosofiche che abbiamo conosciuto dai tempi di More fino ad oggi.

Lo studio parte dall’esame delle opere classiche (e del loro insospettabile “lato oscuro”) e arriva ai giorni nostri, annotando similitudini e rischi all’orizzonte, dove l’imprevedibilità della tecnica ci espone costantemente alla deriva disumanizzante. Al di là di ogni risultato particolare – nessuno pretende di poter esaurire in generale un argomento come questo – il lavoro di Benvenuto mostra l’opportunità di un approccio interdisciplinare alla questione, in cui trovino posto argomenti e trattazioni anche “popolari”; forse meno ortodosso, ma magari più fruttuoso. Con la Prefazione di Roberto Zanata.

Ambra Benvenuto è nata a Napoli nel 1990. Ha conseguito la laurea triennale in Filosofia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” con una tesi su Ortega y Gasset la cui sinossi è apparsa sulla rivista di filosofia iberica e iberoamericana «Rocinante». Concluso il proseguimento dello stesso corso di studi, ha deciso di coniugare la passione per lo studio delle opere filosofiche con il forte interesse per la letteratura distopica.


Ambra Benvenuto, Filosofia e letteratura distopica, ed. Aracne, 2015. Prefazione di Roberto Zanata.

Autore: Paolo Calabrò

Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Collaboro con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Dirigo con Diego Fusaro la collana di filosofia "I Cento Talleri" dell'editore Il Prato e con Daniele Baron la rivista online «Filosofia e nuovi sentieri». Sono membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Il rischio di pensare. Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e i libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o Del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.

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