Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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Georges Bataille e Documents. Lʹimmagine come théâtre de la cruauté I parte

la morte_e_la_fanciulla> di Giuseppe Crivella*

Abstract, The purpose of this paper is to analyze the status of the image in the thinking of Bataille during the experience of Documents. Starting of the thesis of Georges Didi-Huberman, we will try to highlight the figural dimension present in the wtriting of the authors of La part maudite.

Keywords, Georges Bataille, Georges Didi-Huberman, Documents, Informitas, Theory of image

 

Aggiungerò anche il più vile di tutti i paragoni e che sembra essere il più sconvolgente: infatti tutti i dotti nelle cose divine  ci hanno tramandato che Dio si è attribuito la forma di un verme.

(Pseudo Dionigi lʹAreopagita, Gerarchia celeste, p. 72)

 

  1. Lʹeccesso della visione come accesso alla visione

Quelle di Artaud e Bataille sono due vite parallele: nati a distanza di un solo anno lʹuno dall’altro – il primo nel 1896, il secondo nel 1897 –, le loro biografie convergono senza mai incontrarsi frontalmente, sfiorandosi appena attraverso il contatto quasi simultaneo e per entrambi diretto e polemico con la sfrangiata pattuglia di scrittori e pittori coagulatasi verso la metà degli anni ’20 intorno alla figura duramente sacerdotale di Breton. Un altro incontro mancato può essere situato inoltre più o meno negli stessi anni presso lʹaccademia teatrale di Charles Dullin, ove militava Sylvia Maklès, a fianco di Artaud, prima di incontrare proprio Bataille, destinato a diventare suo futuro marito. A questo punto le due vite si allontanano nuovamente del tutto, pur lasciandosi dietro le tracce di una gemellarità di intenti che forse aspettano ancora di essere attentamente decifrate (N. Barberger, Le réel de traviole. Artaud, Bataille, Leiris et alii). Continua a leggere