> di Giuseppe Savarino
Ne La vita autentica (Cortina Editore, Milano, 2009), saggio che possiamo definire divulgativo, Vito Mancuso affronta il tema, molto sentito filosoficamente, dell’autenticità (da autos = se stesso).
Non bisogna lasciarsi ingannare dalla apparente semplicità con cui è scritto il testo: Mancuso è un teologo preparato, non dogmatico (lo testimonia l’aver scritto un libro con Corrado Augias, Disputa su Dio e dintorni, in cui ha messo in discussione le proprie religiose convinzioni) e numerose sono le citazioni colte cui ricorre per illustrare e rafforzare le sue tesi.
L’intento di Mancuso (non originale in verità), esplicitato nella prefazione, è fare come Dionigi che girava con la lanterna in mano alla ricerca dell’uomo.
Se è vero che l’autenticità è legata anche agli oggetti, alle cose (banconote, opere d’arte, ecc.) è altrettanto vero che, riferita all’uomo, diventa un concetto molto più complesso, intimamente legato a quello di libertà (non a caso due tesi su tre del libro sono legate alla “libertà” e alla “libertà da se stessi”).
La libertà umana è strettamente connessa alla vita (qui considerata come dato oggettivo) e alle sue interpretazioni ovvero all’ethos del bìos, alla bioetica.