Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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Jean Grondin e la filosofia della religione. Un’introduzione a mo’ di provocazione

> di Stefano Santasilia

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La filosofia della religione si presenta estremamente problematica nella sua stessa definizione (nel panorama italiano l’odierno dibattito relativo alla nuova denominazione “filosofia delle religioni” da preferire, o meno, a quella finora in uso mostra quanto l’individuazione dello statuto di tale disciplina continui ad essere di difficile risoluzione). Il testo di Jean Grondin, noto studioso di ermeneutica, cerca di individuare il nesso ineludibile che giustificherebbe l’esistenza di quest’ambito di ricerca senza ridurlo a mero “angolo di studi dedicati all’argomento”. Secondo Grondin la filosofia della religione non è solo un’analisi filosofica del “fatto” religioso (il che implicherebbe una previa scelta di campo metodologica) bensì un interrogarsi sulla comune radice condivisa da religione e filosofia.
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