Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


4 commenti

La natura-sostrato nel I libro della Fisica di Aristotele: per un confronto con la filosofia eleatica e con Platone

> di Gaetano Grisolia*

Premessa

Il presente articolo ripropone, in chiave storico filosofica, alcuni dei passi più significativi della teoria dei princìpi discussa da Aristotele nel primo libro della Fisica.
Si corre spesso il rischio di rileggere i princìpi della scienza aristotelica alla luce della filosofia moderna e contemporanea.
Non è questo l’obiettivo del lavoro bensì un’analisi appropriata della filosofia di Aristotele in rapporto alle dottrine dei suoi predecessori.

Il confronto con la filosofia eleatica

Per comprendere il ruolo assunto dal confronto con l’eleatismo occorre anzitutto soffermarci sulla nozione stessa di Fisica. Qual è l’oggetto della Fisica?

La φύσις non è altro che la natura, vale a dire l’ambito eterogeneo di quegli oggetti la cui caratteristica intrinseca è quella di essere soggetti al divenire e al cambiamento.

«Riteniamo – scrive Aristotele – di conoscere ciascuna cosa, quando ne riconosciamo le cause prime e i principi primi […]. E’ perciò chiaro che anche per la scienza della natura si deve anzitutto cercare di stabilire ciò che concerne i principi». [1] Conosciamo autenticamente qualcosa solamente nella misura in cui ne conosciamo i principi, solo quando ne determiniamo un fondamento. Se principio degli oggetti della natura è il divenire per rendere questi ultimi oggetto di una scienza possibile, occorrerà interrogarsi proprio sulla natura del divenire. Ed è proprio nell’ambito di tali considerazioni che si inserisce il confronto con la posizione eleatica, la quale nega, per l’appunto, il divenire; e ciò, potremmo dire, da un duplice punto di vista. Continua a leggere