Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot

Questa vita. L’ultimo libro di Vito Mancuso

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> di Paolo Calabrò

9788811689027g

Il neodarwinismo imperante in biologia ritiene che la vita sia sorta dal caso e che sia dominata dalla competizione violenta. È veramente così che stanno le cose? È l’unica visione della realtà in accordo con la scienza moderna? Prima di porre tali domande, ci sarebbe da dimostrare che questa impostazione regga davvero alla prova dei fatti: ebbene, pare che non sia così, poiché oggi sappiamo (è la stessa scienza a renderlo noto) che la vita si sviluppa secondo una logica di aggregazione e di cooperazione, oltre che di selezione. Il neodarwinismo è dunque un’idea quanto meno parziale.

Qual è l’alternativa? Un ottimismo finalistico che legga dietro ad ogni evento un piano preciso? Certo che no: ormai è chiaro a tutti che il nostro non è il migliore dei mondi possibili, e che le cose mostrano non di rado il volto della mancanza di senso e della contingenza. Eppure non si riduce tutto a questo; c’è dell’altro in questa vita, anche se per vederlo occorre uno sguardo che sappia cogliere la portata reale con l’estensione e la profondità che solo un approccio transidisciplinare può permettere, al di là del mero “bios” e di ogni sorta di categorizzazione, concettuale e morale…
Vito Mancuso – come tutti i grandi intellettuali che si muovono con libertà genuina nell’ambito del sapere, rischiando del proprio – non attira le simpatie di quelli che amano racchiudere la conoscenza dietro etichette fin troppo precise. Inviso a certa teologia (che Panikkar avrebbe definito “microdossia”), quando dice ad esempio che «tutto nella vita si muove, [per cui è impossibile racchiuderla] in un sapere dottrinario di qualunque tipo, religioso o antireligioso, spiritualista o materialista [ovvero] in un catechismo»; e a certo scientismo becero per il quale non esiste altro che la materia e “l’egoismo del gene”, Mancuso ha l’ardire – nel suo ultimo Questa vita (ed. Garzanti) – di mostrare non solo l’incoerenza e la parzialità di certe impostazioni (e di farlo con i loro stessi strumenti), ma perfino di mostrare che teologia, filosofia e scienza possono (e dovrebbero) lavorare unitamente, in maniera armoniosa e complementare, a una visione della realtà più ampia e, tutto sommato, più verosimile e bella. Scritto con uno stile discorsivo accessibile a tutti.


V. Mancuso, Questa vita, ed. Garzanti, 2015.

Autore: Paolo Calabrò

Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Collaboro con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Dirigo con Diego Fusaro la collana di filosofia "I Cento Talleri" dell'editore Il Prato e con Daniele Baron la rivista online «Filosofia e nuovi sentieri». Sono membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Il rischio di pensare. Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e i libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o Del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.

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