«Più recentemente la filosofia si è imbattuta in molti nuovi rivali. Furono prima le scienze dell’uomo, e in particolare la sociologia, a volerla rimpiazzare. Ma poiché la filosofia aveva trascurato sempre di più la sua vocazione a creare concetti per rifugiarsi negli Universali, non si sapeva più bene quale fosse la sua funzione. Si trattava di rinunciare a ogni creazione di concetto a favore di una rigida scienza dell’uomo oppure, al contrario, di trasformare la natura dei concetti facendone ora delle rappresentazioni collettive ora delle concezioni del mondo create dai popoli, le loro forze vitali, storiche e spirituali? Fu poi la volta dell’epistemologia, della linguistica o anche della psicoanalisi – e dell’analisi logica. Di prova in prova, la filosofia avrebbe affrontato rivali sempre più insolenti, sempre più calamitosi, che neanche il Platone più comico avrebbe mai immaginato. Infine il fondo della vergogna fu raggiunto quando l’informatica, il marketing, il design, la pubblicità, tutte le discipline della comunicazione si impadronirono della parola stessa “concetto” e dissero: è affar nostro. siamo noi i creativi, siamo noi i “concettualizzatori”! Siamo noi gli amici del concetto, lo mettiamo nei nostri computer. Informazione e creatività, concetto e impresa: la bibliografia è già abbondante… (…) Ma più la filosofia si scontra con rivali sciocchi e impudenti e li incontra nel suo stesso seno, più si sente stimolata ad assolvere il suo compito, a creare concetti che siano aeroliti piuttosto che merci»
[Gilles Deleuze – Félix Guattari, Che cos’è la filosofia?, Einaudi, Torino, 1996 – ristampa 2011 – pp. XVI-XVII].