> di Gabriella Putignano*
«La cosa che più conta è essere sinceri e onesti rispetto a se stessi. Non si tratta di volere questo o quello, bensì di volere ciò che si deve assolutamente, perché uno è se stesso e non un altro»[1].
Carlo Michelstaedter (Gorizia, 1887 – 1910) è uno di quegli autori della storia della filosofia la cui lettura provoca un effetto travolgente e spiazzante: impossibilitati a rimanere impassibili e divinamente indifferenti, siamo costretti a prendere posizione e a venire ai ferri corti con la nostra stessa vita. Altrettanto disarmante è stata però su di noi la lettura di Henrik Ibsen (Skien, 1828 – Oslo, 1906), un autore che, insieme a Michelstaedter, rivela una potenza di parresìa inaudita ed irresistibile.