«Che cos’è in fondo la vita dell’individuo? Una variazione del tema eterno: nascere, vivere, sentire, sperare, amare, soffrire, piangere, morire. Qualcuno aggiunge l’arricchirsi, il pensare, diventare moltitudine, vincere – ma in realtà, pur straripando, dilatandosi, entrando in convulsioni, si arriva tutt’al più a fare oscillare di più o di meno la linea del proprio destino. Ha qualche importanza che si renda un po’ più interessante per gli altri o distinta ai nostri occhi la serie dei fenomeni fondamentali? Il tutto è sempre dell’infinitamente piccolo nelle sue contorsioni, e la ripetizione insignificante del motivo immutabile» [Henri-Frédéric Amiel, Frammenti di diario intimo, 12 settembre 1870].