Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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LA FRATTURA SPONTANEA DELLA SIMMETRIA DI ANTONIO PAPAGNI

  • «Voi non avete la tempesta dentro. No…no…Io. Sono. Malato.
  • Che tempesta, me lo dici che cos’hai?
  • E’ la faglia interna, che frattura la mia simmetria.
  • Il concetto di simmetria è determinante?

Nella sua voce avverto del sarcasmo che mi ferisce più di quanto potessi credere.

  • La simmetria protegge, rassicura.»[1]

Questo libro ha accompagnato questa mia estate, fra gli altri, e mi ci sono subito immerso, identificandomi con il laureato in filosofia e musicista Urlich Borromini, che però non sa davvero quale sarà questa strada. O se il mondo sia veramente adatto a lui. Aprivo con lui le mie mattine e mi ritrovavo spessissimo a pensare come lui, a inoltrarmi nella sua visione del mondo.

Alterata per gli alienisti e per la società a lui contemporanea.

Mi piacevano tantissimo i riferimenti “culturali”, sia letterari che filosofici e musicali, di cui è infarcito il libro e li ho sottolineati. La componente autobiografica del percorso di Antonio si respira in questo volume, che rappresenta una sorta di affascinante ibrido tra un diario e un romanzo. Quante parti sono invece inventate o falsificate, sinceramente non lo so e non mi interessa.

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Clinica della recensione. Riflessioni storico-sociali intorno al Semmelweis di Borzini

Quando ricevetti questo libro, Ignac Semmelweis eroe romantico. Il medico ungherese che salvò madri e figli (ed. Scienza Express, ottobre 2019) di Piero Borzini, conoscevo solo superficialmente la scoperta di Semmelweis, senza però avere una serie di strumenti tecnici per definirne il valore specialistico, a parte qualche generale concetto storico di igiene. Sapevo che il bisogno di riforme in senso igienistico si configurava all’epoca come una risposta ai cambiamenti nei modi di produzione suscitati dalla rivoluzione industriale (industrializzazione) in senso capitalistico, che avevano modificato a loro volta in maniera radicale lo stesso sviluppo delle città (urbanizzazione). Igiene, industrializzazione e urbanizzazione erano quindi fenomeni strettamente interconnessi in termini di storia dei servizi sanitari:

L’igiene è quella parte della medicina che ha come oggetto l’uomo sano e come scopo principale la profilassi (letteralmente ‘difesa anteriore’) piuttosto che la cura della malattia. […] Nel secolo scorso è apparso chiaro agli occhi di tutti che lasciare la totale libertà all’iniziativa privata e non imporre, attraverso il settore pubblico, investimenti in opere igienistiche avrebbero distrutto l’umanità, tanto l’ambiente era stato deteriorato dai cicli produttivi industriali e dai processi edilizi sviluppatisi in rapporto all’urbanizzazione. Questi problemi vennero a maturazione più rapidamente in quelle nazioni in cui il modo di produzione capitalistico era più sviluppato: in particolare in Inghilterra.[1]

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