Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot


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Entropia e mimési: appunti da un viaggio di conoscenza e riconoscenza

“Parlando in generale, le ho provate tutte,

Le strade liete che ti portan per il mondo.

Parlando in generale, le ho trovate tutte buone

Per quelli che non sanno usare un letto troppo a lungo,

Ma devon andar via, come ho fatto anch’io,

Ad osservar fino alla morte tutto quanto.”

Sestina del Magnifico Vagabondo

Ci siamo spesso sorpresi a chiederci: perché tanta curiosità?

Abbiamo allora intrapreso un viaggio in cerca di risposte, per accorgerci, alla fine, che eravamo in cammino da sempre e che il sentiero non può avere una direzione definitiva. Soprattutto però, abbiamo imparato una cosa che ci rende tollerabile la fatica: capire ci migliora!1

Che fortuna aver potuto affrontare con spensieratezza “le strade liete che portan per il mondo…”

Il peso esiguo dei nostri zaini, come spesso accade quando sono i principianti a partire, ci ha consentito spostamenti spericolati. Sprovvisti di guide e manuali poi, la nostra bussola è diventata la realtà, i suoi ordini e disordini. E improvvisamente: incontri, incontri e ancora incontri; impossibile, a quel punto, non farsi ispirare da “magnifici vagabondi” e cercatori illuminati.2

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