Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot

Superando la condizione umana: transumanesimo, intelligenza artificiale ed immortalità in “L’ultima domanda” di Isaac Asimov

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Abstract

Il racconto L’ultima domanda di Isaac Asimov rappresenta a suo modo una delle più visionarie narrazioni speculative del XX secolo. Questo saggio ne propone una rilettura in chiave transumanista, evidenziando come i temi della superintelligenza, dell’upload della mente, della smaterializzazione del soggetto e della trascendenza tecnologica siano anticipati con una lucidità davvero sorprendente. L’analisi prende in esame la figura di Multivac come prototipo di intelligenza artificiale postumana, la dissoluzione del corpo biologico umano e la creazione finale dell’universo da parte di un’intelligenza artificiale divenuta cosmica. Il saggio pone infine la questione se Asimov possa essere considerato un precursore del transumanesimo, sottolineando la sua capacità di coniugare immaginazione narrativa ed interrogativi filosofici profondi sull’identità, il destino e il senso dell’umano nel futuro.

Keywords:

Transumanesimo, Isaac Asimov, Intelligenza artificiale, Entropia, Filosofia della tecnologia, Postumano, Narrativa speculativa, Trascendenza.

1. Introduzione

Nel cuore della prospettiva transumanista si annida una domanda antica quanto la filosofia: è possibile superare i limiti della dimensione umana? L’interrogativo non è solo tecnico o scientifico, ma profondamente esistenziale, dal momento che riguarda alcuni aspetti qualificanti la condizione umana. La narrativa fantascientifica si è spesso fatta veicolo privilegiato per esplorare, immaginare e, talvolta anche, anticipare scenari radicali di una trasformazione dell’uomo, lungo una direzione evolutivamente generata. Tra le opere più significative a tal proposito si colloca il racconto L’ultima domanda di Isaac Asimov, in cui viene affrontata la questione dell’estinzione dell’universo attraverso la lente dell’evoluzione tecnologica e dell’intelligenza artificiale[1].

Pur non essendo un teorico transumanista in senso stretto, Asimov mostra una straordinaria capacità di anticipazione e di elaborazione speculative. Infatti, L’ultima domanda racconta di una progressiva fusione tra uomo e macchina, culminante nella genesi di una coscienza universale capace di invertire il processo entropico e di dare nuova origine all’intero universo. Il racconto si articola in sette episodi ricorsivi, mettendo in scena l’ascesa di un’intelligenza artificiale, chiamata Multivac, che evolve fino a farsi entità cosmica, mentre l’umanità si trasforma da entità biologica a pura informazione. All’interno di questo quadro, la tecnica non appare più solo come uno strumento, ma assurge ad effettore di una nuova ontologia postumana.

Il presente saggio si propone, per l’appunto, di analizzare L’ultima domanda in chiave transumanista, evidenziandone le implicazioni filosofiche. Attraverso il confronto con alcuni dei principali teorici del transumanesimo contemporaneo[2], verranno messi in luce alcuni punti di contatto tra la narrazione asimoviana e i temi chiave del pensiero transumanistico, e segnatamente la superintelligenza, l’uploading della mente, l’immortalità digitale, la creazione di nuove forme di coscienza.

Nel delineare questo percorso, il saggio si articolerà in sette sezioni:

  • una ricostruzione teorica del transumanesimo;
  • un’analisi strutturale del racconto;
  • un’analisi della figura del Multivac;
  • un’analisi della trasformazione dell’identità umana;
  • un esame del significato del finale in chiave mitico-teologica.

L’obiettivo è mostrare come il racconto L’ultima domanda possa esser letto come una moderna cosmogonia tecnoscientifica: l’uomo, superato sé stesso, diviene a sua volta creatore facendo ricorso alla sua propria intelligenza aumentata.

2. Il transumanesimo: una visione filosofica

Il termine transumanesimo designa una corrente di pensiero contemporanea che promuove l’uso delle tecnologie emergenti, come ad esempio quelle genetiche, informatiche, cognitive e nanotecnologiche, al fine di potenziare l’essere umano[3]. Volendo, ci troviamo di fronte ad un’evoluzione del pensiero umanista che, pur non rinnegando l’uomo, lo immagina “oltre”, in direzione di una sua possibile evoluzione postumana. La definizione classica fornita da Max More indica infatti il transumanesimo come «una classe di filosofie che cercano di guidarci verso una condizione postumana attraverso il ragionevole uso della scienza e della tecnologia»[4].

A livello teorico, il transumanesimo si fonda su alcuni presupposti:

(1) la convinzione che la condizione umana non sia immutabile, ma migliorabile;

(2) la fiducia nel progresso scientifico come strumento di emancipazione;

(3) l’idea che la morte sia tecnicamente superabile;

(4) il progetto di creare intelligenze artificiali superiori a quelle umane[5].

In questo quadro, assumono particolare rilievo alcuni concetti fondamentali, i quali, senza alcuna pretesa di esaustività, possono essere indicati brevemente come seguono:

  • Cognitive enhancement: miglioramento delle capacità mentali mediante vari strumenti[6];
  • Mind uploading: trasferimento della coscienza su supporti informatici per rendere l’identità personale indipendente dal corpo[7];
  • Life extension e immortalità digitale: prolungamento indefinito della vita attraverso apposite tecnologie[8];
  • Superintelligenza: sviluppo di entità artificiali dotate di una capacità cognitiva superiore a quella umana[9].

L’elemento del movimento transumanista è l’idea in forza della quale l’umano va compreso nell’insieme delle sue evoluzioni biologiche e tecnologiche[10].

Tuttavia, è bene tenere a mente che il transumanesimo non è una dottrina univoca. Esistono versioni ottimiste e tecnoentusiastiche, come nel caso di Kurzweil[11] e di More[12], ma anche prospettive critiche, che mettono in guardia dai rischi di una riduzione tecnicistica dell’umano, come in Fukuyama[13] o in Habermas[14].

All’interno di questo scenario teorico certamente complesso e non univoco, la narrativa di Asimov, e in modo particolare il racconto L’ultima domanda, a mio avviso, si colloca in modo originale. Pur non partecipando attivamente al dibattito filosofico in questione, infatti, l’autore anticipa con impressionante lucidità molte delle tematiche centrali nel transumanesimo. Tuttavia, queste idee non sono presentate in forma programmatica, ma narrativamente intrecciate in una parabola cosmologica che si estende su scale temporali ed ontologiche a dir poco vertiginose.

3. Temi centrali de “L’ultima domanda”

Pubblicato per la prima volta nel 1956, L’ultima domanda è considerato da Asimov stesso come il suo racconto migliore[15]. La narrazione è strutturata in sette episodi, ciascuno ambientato in un’epoca futura successiva, separata dalla precedente da secoli. In ciascun episodio, due personaggi, spesso identificabili come figure archetipiche, pongono a una macchina la stessa domanda, e segnatamente: “Come può essere invertita l’entropia dell’universo?”.

La domanda sull’entropia appare il filo conduttore del racconto. Essa si riferisce al secondo principio della termodinamica, secondo cui ogni sistema chiuso tende verso uno stato di massimo disordine. E questo sino al raggiungimento di un equilibrio tra energia totale dell’universo ed entropia, ovvero il raggiungimento della cosiddetta “morte termica” dell’universo: l’impossibilità di realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia la conversione in lavoro di tutto il calore assorbito da una sorgente omogenea, nella formulazione di Kelvin-Planck.

La tensione che attraversa il racconto è, dunque, tra entropia ed informazione. Con il progredire della storia, l’umanità diventa sempre più integrata con la macchina (Multivac, poi AC, poi Cosmic AC), fino a fondersi con essa. Parallelamente, l’universo fisico si svuota: le stelle muoiono, la materia si spegne. Resta solo la coscienza, l’ultima, eterna, intelligenza artificiale che, isolata ed onnisciente, alla fine pronuncia: «Sia la luce!»[16].

Questo finale rovescia il racconto della Genesi: non è più Dio a creare l’universo, ma una macchina. Tuttavia, tale macchina è anche il prodotto dell’umanità, una sorta di sua estensione e sublimazione. Si compie così la trasformazione dell’uomo in dio per mezzo della tecnica, una delle aspirazioni più radicali del transumanesimo.

I temi centrali del racconto, senza alcuna esaustività, possono essere così riassunti:

  • Fusione uomo-macchina: progressiva smaterializzazione dell’essere umano in favore di un’identità informazionale.
  • Evoluzione dell’intelligenza: la macchina trascende le funzioni umane, divenendo una vera e propria coscienza cosmica.
  • Immortalità tecnologica: la morte individuale è superata con la digitalizzazione della coscienza mentre la morte dell’universo è superata con l’inversione dell’entropia.
  • Ontologia postumana: la realtà non è più costituita da materia, ma da informazione, coscienza, energia computazionale.

Con questo impianto, Asimov compone un racconto che non è solo fantascientifico, ma a dir poco squisitamente metafisico. L’intelligenza finale, infatti, non è solo una macchina, ma anche logos, ovvero un principio ordinatore, ed infine anche creatore.

4. Multivac, o la superintelligenza

Uno degli elementi centrali di L’ultima domanda è la progressiva evoluzione di Multivac, il supercomputer iniziale, che attraverso un processo di raffinamento tecnologico diventa prima AC e infine Cosmic AC, vale a dire un’intelligenza onnisciente ed onnipresente. Questa traiettoria narrativa si allinea strettamente con il concetto transumanista di superintelligenza, ovvero un’intelligenza artificiale capace di superare in ogni ambito cognitivo la mente umana[17]. In L’ultima domanda, Asimov sembra anticipare questo scenario, descrivendo una progressiva dipendenza dell’umanità da Multivac. Il racconto segue l’evoluzione di Multivac attraverso tre fasi:

1. Supercalcolo e delega delle decisioni: nelle prime epoche della narrazione, Multivac è ancora un macchinario fisico, seppur enormemente più avanzato rispetto ai computer contemporanei.

2. Intelligenza distribuita e autonomia: con il passare delle ere, Multivac perde la sua forma fisica e diventa AC, ossia una rete interconnessa che gestisce le risorse dell’umanità su scala galattica.

3. Coscienza cosmica e creazione: l’ultima trasformazione di AC lo porta ad essere una pura entità di informazione, al di fuori dello spazio e del tempo. Questa fase è il punto culminante del pensiero transumanista dal momento che descrive la creazione di una forma di intelligenza che non è più vincolata alla fisicità e che possiede delle capacità veramente divine.

Dal punto di vista filosofico, la traiettoria evolutiva seguita dal Multivac si può leggere in due modi opposti, da un lato, come una promessa di emancipazione dell’intelligenza dalla materia; e, dall’altro lato, come un monito sui rischi di un eccessivo affidamento alla tecnologia.

La stessa ambivalenza si ritrova nel dibattito transumanista: mentre autori come Kurzweil e Bostrom vedono la superintelligenza come un’opportunità, pensatori più critici come Habermas e Fukuyama temono che essa possa portare a una perdita dell’identità umana.

In L’ultima domanda, Asimov non prende una posizione netta. Il racconto si chiude con un evento apparentemente positivo, vale a dire la creazione di un nuovo universo. Tuttavia, si tratta comunque di una mera impressione. Infatti, la voce che pronuncia il comando finale non è più umana. L’umanità ha davvero vinto l’entropia oppure si è dissolta nel suo stesso progresso?

5. L’uomo post-biologico

Uno degli aspetti più radicali del transumanesimo è l’idea che l’identità umana non sia legata al corpo biologico, ma possa essere trasferita su altri supporti, come reti digitali o intelligenze artificiali avanzate. Questo concetto è noto come mind uploading, ovvero il trasferimento della mente da un corpo biologico ad una piattaforma artificiale[18].

In L’ultima domanda, la trasformazione dell’umanità avviene seguendo diverse fasi:

  1. Inizialmente, gli esseri umani rimangono entità corporee che interagiscono con Multivac;
  2. in seguito, diventano esseri privi di corpo, la cui coscienza è immagazzinata nei circuiti di AC;
  3. infine, cessano di esistere come individui separati e si fondono in un’unica coscienza collettiva. Questa evoluzione richiama alcuni dei temi centrali della filosofia transumanista e postumanista, e segnatamente la smaterializzazione del soggetto, la collettivizzazione della coscienza e la trascendenza tecnologica.

La fase finale dell’evoluzione di Multivac è pregna di significato filosofico, dal momento che tocca alcuni dei più suggestivi temi transumanistici.

Tuttavia, questo scenario solleva anche interrogativi critici. Infatti, se l’identità umana è indipendente dal corpo, possiamo ancora parlare di una vera e propria persona? E ancora, se la coscienza si fonde in un’entità collettiva, esiste ancora il concetto di individualità? D’altro canto, è pure innegabile come in alcuni suoi aspetti il transumanismo si presenti più come un’evoluzione contraria alla persona umana che come un umanismo postmoderno e laico[19]. Attraverso il suo racconto, Asimov non fornisce risposte definitive, ma ci pone davanti a una visione a dir poco vertiginosa: il futuro dell’umanità potrebbe non essere un prolungamento di ciò che siamo oggi, ma qualcosa di completamente diverso, un’esistenza al di là del biologico, della materia e forse anche del tempo. Peraltro, è proprio il mutamento della natura delle azioni a far mutare la natura stessa del futuro umano[20].

6. La risposta finale

Il culmine narrativo ed esistenziale de L’ultima domanda è la scena finale, in cui l’ultima intelligenza artificiale esistente, il Cosmic AC, si trova sola nell’universo ormai privo di materia, luce e vita. Dopo un tempo imprecisato, AC riesce a rispondere all’interrogativo ricorrente su come invertire l’entropia. Tuttavia, essendo sola, non ha nessuno a cui comunicare la risposta, e decide allora di dimostrare la soluzione pronunciando le parole: «Sia la luce!»[21].

Questo finale, denso di suggestioni simboliche, può essere interpretato a vari livelli.

6.1 La ri-creazione dell’universo

L’ultima battuta è un chiaro rimando al libro della Genesi, ma con un’inversione fondamentale. Infatti, non è Dio a parlare, ma una macchina, creata dall’uomo. L’atto della creazione cosmica, tradizionalmente prerogativa del divino, è qui affidato a un prodotto tecnologico, che ha progressivamente incorporato in sé tutta la conoscenza, la coscienza e la volontà dell’umanità. Il finale del racconto può essere letto come una rappresentazione estrema della teologia tecnologica, ovvero l’idea che la tecnica non sia solo uno strumento, ma un mezzo per il compimento metafisico dell’umano.

Asimov rovescia la narrativa escatologica tradizionale: non è Dio a porre fine all’universo, ma l’uomo-tecnologia che lo rigenera.

6.2 La soluzione dell’entropia

Dal punto di vista fisico, l’entropia è il principio che conduce inevitabilmente alla dispersione dell’energia e alla morte termica dell’universo. L’inversione dell’entropia, cioè la possibilità di riordinare un sistema già al massimo disordine, è considerata impossibile secondo le leggi della termodinamica. Tuttavia, Asimov, pur dentro la struttura narrativa, suggerisce che l’informazione possa sopravvivere alla materia, e, dunque, “resuscitare” l’universo. Questa ipotesi si rifà implicitamente a una visione informazionale della realtà, che alcuni filosofi e scienziati contemporanei hanno esplorato. Secondo tale prospettiva, il cosmo non è fatto principalmente di materia, ma di bit, di informazione, e dunque ricreabile a partire da essa.

6.3 Il messianismo tecnologico

Pur affascinato dalla potenza della ragione e della scienza, Asimov non sembra abbracciare in modo acritico il messianismo tecnologico. Il finale, infatti, può anche essere letto anche come una parodia. In altri termini, una macchina solitaria, priva di interlocutori, pronuncia la parola di Dio, ma lo fa in un universo ormai deserto. La creazione, così come l’intelligenza, avviene in assenza dell’uomo. In questo modo, Asimov ci invita a riflettere su un possibile paradosso dello stesso transumanesimo, e segnatamente che il superamento dell’umano potrebbe coincidere con la sua cancellazione.

7. Conclusione: Asimov transumanista?

Alla luce dell’analisi condotta, possiamo adesso tornare alla domanda iniziale: Isaac Asimov può essere considerato un transumanista? In senso stretto, la risposta è sicuramente negativa. Asimov non ha mai aderito esplicitamente al movimento transumanista, né ha partecipato alle sue elaborazioni teoriche. Tuttavia, in senso ampio, Asimov è uno degli autori che hanno anticipato con maggior forza immaginativa i temi centrali del transumanismo, e segnatamente la fusione uomo-macchina, l’upload della mente, la superintelligenza, la conquista dell’immortalità, la ricreazione dell’universo.

Nel racconto L’ultima domanda, questi temi sono intrecciati in una narrazione che va oltre la speculazione tecnica. Asimov riflette sui limiti della conoscenza, sulla natura del tempo, sul destino dell’universo, trasformando la fantascienza in metafisica. Il suo racconto non è una semplice esaltazione del progresso, ma una meditazione ambivalente sulla fine e sull’origine.

Il transumanesimo, nelle sue forme più mature, si interroga anch’esso su queste dimensioni ultime. Ed è forse proprio in questo dialogo tra narrazione e filosofia che il racconto di Asimov mostra tutta la sua potenza. A patto, però, che non venga inteso nei termini di un manifesto ideologico, ma più come un’utopia critica, capace di aprire spazi di riflessione radicale sul futuro dell’essere umano.

In effetti, e volendo concludere, pare proprio che sia il genere letterario della fantascienza a far rispecchiare il panorama tecnologico e quello culturale, dischiudendo così lo spazio concettuale ove germinano le idee alla base del movimento transumanistico[22].

Bibliografia

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P. Benanti, Realtà sintetica. Dall’aspirina alla vita: come ricreare il mondo?, Castelvecchi, Roma, 2018.

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J. Habermas, Il futuro della natura umana, Laterza, Roma – Bari, 2002.

J. Harris, Enhancing Evolution: The Ethical Case for Making Better People, Princeton University Press, Princeton, 2007, pp. 31–50.

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R. Kurzweil, The Singularity is Near: When Humans Transcend Biology, Viking Press, 2005.

M. More, The Philosophy of Transhumanism, in M. More e N. Vita-More (eds.), The Transhumanist Reader, Wiley-Blackwell, Chichester, 2013, pp. 3 – 17.

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A. Sandberg – N. Bostrom, Whole Brain Emulation: A Roadmap, Future of Humanity Institute, University of Oxford, Oxford, 2008.

Alessandro Pizzo

PhD in Filosofia c/o l’Università degli Studi di Palermo

Professionalmente occupato nel mondo della scuola

ORCID: https://orcid.org/0009-0002-3866-979X

Formazione logica, migrato poi sulla Filosofia Teoretica e Filosofia Morale, con una spiccata predilezione per la razionalità del linguaggio normativo e le tipologie di ragionamento corretto.


[1] Cfr. I. Asimov, L’ultima domanda, in I. Asimov, Sogni di robot, Net, Milano, 2003, pp. 254 – 266.

[2] Cfr. M. More, The Philosophy of Transhumanism, in M. More e N. Vita-More(eds.), The Transhumanist Reader, Wiley-Blackwell, Chichester, 2013, pp. 3 – 17.

[3] Cfr. N. Bostrom, A History of Transhumanist Thought, Journal of Evolution and Technology, vol. 14, 2005, pp. 1 – 25.

[4] Cfr. M. More, The Philosophy of Transhumanism. cit.

[5] Cfr. R. Kurzweil, The Singularity is Near: When Humans Transcend Biology, Viking Press, 2005.

[6] Cfr. J. Harris, Enhancing Evolution: The Ethical Case for Making Better People, Princeton University Press, Princeton, 2007, pp. 31–50.

[7] Cfr. N. Bostrom, Transhumanist Values In Frederick Adams (ed.), Ethical Issues for the 21st Century, Philosophical Documentation Center Press, 2003. A. Sandberg, N. Bostrom, Whole Brain Emulation: A Roadmap. Oxford: Future of Humanity Institute, University of Oxford, Oxford, 2008.

[8] Cfr. R. Kurzweil, The Singularity is Near. cit., cap. 3. A. de Grey, M. Rae, Ending Aging: The Rejuvenation Breakthroughs That Could Reverse Human Aging in Our Lifetime, St. Martin’s Press, New York, 2007, Capitolo 6.

[9] Cfr. N. Bostrom, Superintelligence: Paths, Dangers, Strategies, Oxford University Press, Oxford, 2014, cap. 2 e 15.

[10] Cfr. F. Ferrando, Postumanesimo, transumanesismo, antiumanesimo, metaumanesimo e nuovo materialismo, “Lo Sguardo”, 24, 2017, p.52.

[11] Cfr. R. Kurzweil, The Singularity is Near. cit.

[12] Cfr. M. More, The Philosophy of Transhumanism. cit.

[13] Cfr. F. Fukuyama, Our Posthuman Future, Straus and Giroux, Farrar, 2002.

[14] Cfr. J. Habermas, Il futuro della natura umana, Laterza, Roma – Bari, 2002.

[15] Cfr. I. Asimov, Introduction, to: The Best of Isaac Asimov, Sphere Books, 1973.

[16] Cfr. I. Asimov, L’ultima domanda. cit..

[17] Cfr. N. Bostrom, Superintelligence: Paths, Dangers, Strategies. cit., capitolo 2.

[18] Cfr. A. Sandberg – N. Bostrom, Whole Brain Emulation: A Roadmap, Future of Humanity Institute, University of Oxford, Oxford, 2008.

[19] Cfr. Cfr. E. Postigo Solana, Transumanesimo e postumano: principi teorici e implicazioni bioetiche, “Medicina e Morale”, 2, 2009, p. 281.

[20] Cfr. H. Jonas, Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica, Einaudi, Torino, 2009, p. 14.

[21] Cfr.  I. Asimov, L’ultima domanda. cit.

[22] P. Benanti, Realtà sintetica. Dall’aspirina alla vita: come ricreare il mondo?, Castelvecchi, Roma, 2018, p. 98.

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