Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot

Tu-tu. Riflessioni su “Tootle” di Gertrude Crampton

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Nel villaggio di Valle dello Scambio c’è una scuola per locomotive. Le piccole locomotive ci vanno per prendere lezioni di Fischio, Fermata per Bandiera Rossa Sventolante, Sbuffo Forte alla Partenza, Affrontare le Curve in Sicurezza, Stridio alla Fermata, e Fare Clic-Clac sulle Rotaie. La più importante di tutte, manco a dirlo, è Restare sui Binari Qualunque Cosa Accada.

Il preside della scuola è un vecchio ingegnere: si chiama Bill ed è molto comprensivo. Dice sempre alle nuove locomotive che non fa niente se non imparano subito tutto alla perfezione. Ma su una cosa non transige: nel Restare sui Binari Qualunque Cosa Accada bisogna prendere 10 e lode. Bastano poche settimane alle piccole locomotive per capire uscire dalle rotaie, anche solo per un attimo, è impensabile. Non va fatto e basta, Mai. Qualunque cosa accada.

Un giorno arriva a scuola una nuova locomotiva di nome Tu-tu e subito il preside capisce che è in gamba. «Ti piacerebbe crescere e diventare un Bolide1 che sfreccia tra New York e Chicago?»

Tu-tu è entusiasta della proposta.

«Ma prima» dice Bill «devi studiare Fischio, Sbuffo Forte alla Partenza e tante altre cose. Ma soprattutto, devi studiare come Restare sui Binari Qualunque Cosa Accada. Ricorda: non puoi essere un Bolide se non prendi un dieci e lode nel Restare sui Binari».

Tu-tu lavora sodo nei mesi successivi. Si impegna anche nelle lezioni che non le piacciono (a nessuna locomotiva piace fermarsi davanti a una Bandiera Rossa Sventolante: alle locomotive piace correre!) Ma bisogna fare quello che dice Bill: e Bill dice che di fronte a una bandiera rossa sventolante, bisogna fermarsi.

Un giorno, proprio mentre stava facendo pratica nel Restare sui Binari Qualunque Cosa Accada, Tu-tu vede in mezzo il prato un bellissimo cavallo nero.

«Corriamo fino al fiume, ti sfido» dice il cavallo. E corre via. 

Tu-tu non riesce a resistere alla sfida: «Se devo diventare un Bolide» pensa «non posso permettere che un cavallo mi batta».

Senonché, a un certo punto i binari fanno una curva.

«Che fare?» pensa Tu-tu. «Inseguire il cavallo in mezzo al prato, fuori dai binari, o Restare sui Binari Qualunque Cosa Accada… e perdere la gara?»

Allora Tu-tu decide di andare dritto, inseguendo il cavallo nero. E alla fine arrivano in riva al fiume nello stesso momento.

Di ritorno a scuola, Tu-tu ripensa a quello che è successo e non dice a nessuno di aver lasciato i binari. Ma si ripromette di non farlo mai più.

Nei giorni successivi, si impegna così tanto che il suo tu-tu risuona in tutta la valle. Talmente tanto forte che il Sindaco in persona le chiede di smetterla, perché con quel suo fischio ha fatto venire il mal di testa a tutti gli abitanti del villaggio.

Così Tu-tu viene mandata a fare pratica di Restare sui Binari Qualunque Cosa Accada. E accade di nuovo: di fronte al prato pieno di ranuncoli, non riesce a trattenersi e salta in mezzo ai fiori, fuori dai binari.

Quella sera, il Capo Oliatore dice a Bill: «È strano: oggi ho trovato dell’erba fra le ruote di Tu-tu».

«Dev’esserci dell’erba che cresce sui binari» dice Bill.

«Non sui nostri binari» dice il Guardiano Diurno.

La faccia di Bill si fa severa. «Tu-tu sa che deve prendere un 10 e lode in Restare sui Binari Qualunque Cosa Accada, se vuole diventare un Bolide».

Il giorno dopo Tu-tu gioca tutto il tempo nel prato in compagnia di una rana verde, di alcune margherite e di un barile per la pioggia.

Quella notte, anche il Primo Assistente Oliatore dice di aver trovato qualcosa di strano: una margherita nella campanella di Tu-tu.

E anche il Sindaco dice di aver visto Tu-tu a caccia di farfalle nel prato. 

Allora Bill capisce quello che sta succedendo ed escogita un piano per riportare Tu-tu sui binari. E passa tutto il giorno a tagliare e cucire stoffa rossa in modo che ogni abitante di Valle dello Scambio abbia la sua bandierina rossa.

Quando Tu-tu la mattina dopo salta di nuovo in mezzo al prato, fuori dai binari, vede subito una bandiera rossa spuntare dall’erba. Tu-tu si ferma, perché ogni locomotiva sa che deve Fermarsi davanti a una Bandiera Rossa.

Dopodiché riparte, da un altro lato; ma anche lì vede alzarsi un’altra bandiera rossa sventolante.

Ci sono bandiere rosse sventolanti dappertutto, in mezzo al prato.

«Che noia» pensa Tu-tu. «Questo prato è pieno di bandiere rosse. Sembrava divertente, e invece non lo è. Non c’è neanche una bandiera verde».

Proprio quando sta per mettersi a piangere, vede Bill, sui binari, con in mano una grande bandiera verde. Si affretta a raggiungerlo e dice: «Ecco il posto giusto per me. I binari. Qui posso correre. Fuori dai binari ci sono solo bandiere rosse».

«Urrà!» grida la gente di Valle dello Scambio saltando fuori dai nascondigli. «Viva  Tu-tu il Bolide!» 

Adesso Tu-tu è cresciuta ed è diventata un Bolide famoso, da Due-chilometri-al-minuto. Le giovani locomotive si mettono in cerchio attorno a lei ad ascoltare i suoi consigli.

«Lavorate sodo» dice loro. «Ricordate sempre di Fermarvi davanti a una Bandiera Rossa Sventolante. Ma soprattutto, Restate sui Binari Qualunque Cosa Accada».

Cosa dice Tu-tu ai più piccoli…

Questa piccola locomotiva ci dà alcuni consigli.

  1. Non pensare mai di essere sbagliato

Nessun bambino è “sbagliato”. Un compito può essere sbagliato; un bambino no. Non esistono persone “giuste” e persone “sbagliate”. Tu sei il bambino che sei. E vai benissimo così.

  1. Se qualcuno ti dice che “devi cambiare”, non dargli retta.

Tutti possiamo cambiare. Possiamo diventare più bravi in matematica. O possiamo imparare a mangiare senza versare la zuppa (anche Tu-tu l’ha imparato). Ma dobbiamo cambiare solo quando lo decidiamo noi. Non ascoltare i tuoi amici se ti dicono che “devi cambiare”. Tu sei il bambino che sei. E vai benissimo così.

  1. Sentiti libero di fare le cose a modo tuo

Puoi vestirti come ti piace. Puoi dire le cose che vuoi. Puoi fare i giochi che ti sembrano più divertenti. Se a un tuo amico non piace il tuo vestito non ti preoccupare: anche a te qualche volta la minestra non piace (anche se la mangi lo stesso perché sai che ti fa bene). Potete essere amici comunque e giocare insieme. Ricordati sempre che sei libero di fare le cose che ti piacciono, anche se non piacciono agli altri. 

  1. Se una cosa ti piace, è bella

Decidi tu se una cosa è bella o no. Non pensare che una cosa sia brutta solo perché lo dicono gli altri. Pensa a modo tuo: ti piace? È bella per te? Dai il tuo giudizio. Puoi anche ascoltare il parere degli altri. Puoi perfino cambiare idea. Ma sentiti libero di pensare e giudicare le cose come sembrano a te e non come dicono gli altri.

  1. Nessun bambino è sbagliato

Ricordi? L’abbiamo detto prima: non pensare mai di essere sbagliato. Perché nessun bambino è sbagliato. Quindi, anche se un tuo amico dice cose diverse dalle tue, o se gli piacciono cose diverse da quelle che piacciono a te, non pensare che lui sia sbagliato. Nessun bambino è sbagliato.

  1. Non aver paura di dire: “Perché?”

Quando ti dicono di fare qualcosa, c’è un motivo: ti dicono di mangiare perché devi tenerti in forze, o di andare a dormire presto perché il riposo è importante per te. Ma le regole non sono solo cose da rispettare, sono anche cose da capire. Perciò, se non capisci qualcosa, non avere timore di fare domande e di chiedere spiegazioni. Crescendo, con le domande e le risposte giuste, capirai le cose sempre meglio.

… e ai più grandi

Tootle di Gertrude Crampton è una fiaba sul conformismo. È evidente che il problema di Tu-tu non è il prato sconnesso che la fa sbandare, né il barile per la pioggia che fa “tuuu” più forte di lui e nemmeno i ranuncoli o la malvarosa che lo distraggono con i loro colori e profumi2. Il problema di Tu-tu non sono neanche le regole: Tu-tu non è una locomotiva indisciplinata, insofferente all’ordine, incapace di rispettare la legge. Infatti si ferma sempre davanti a una bandierina rossa che sventola. Qual è allora il problema di Tu-tu?

Il problema di Tu-tu sono gli altri. Gli altri che vogliono per forza renderlo come vogliono loro. Gli altri che non sopportano la sua gioia spontanea (il suo fischiare allegro provoca il mal di testa negli abitanti del villaggio, al punto che lo costringono a smettere). Gli altri che sono felici (gridano “Urrà!”) solo quando riescono a impedirgli di fare a modo suo (correndo nel prato) e a costringerlo a fare a modo loro (restare sui binari).

Eppure Tu-tu ama stare con gli altri; ama la compagnia delle farfalle e appena un cavallo lo invita a correre insieme a lui non se lo fa ripetere. Ma gli altri – il sindaco, gli abitanti del villaggio, il preside della scuola e i macchinisti – non amano stare con lui. O meglio: possono stare bene con lui solo se lui rinuncia a fare quello che gli piace. Deve diventare diverso da com’è. Deve conformarsi.

È significativo che questa richiesta non venga da quelli come lui (le altre locomotive), ma dagli uomini. Sono gli uomini ad avere – con la loro pretesa di razionalità – esigenze di ordine e di efficienza. Il che li rende noiosi: Bill e l’Oliatore fanno sempre la stessa cosa: giocare a dama tutte le sere3. E il Guardiano lo è ancora di più: passa le sue giornate a sistemare i binari e le sue serate a guardare gli altri due, senza nemmeno giocare4. È una prima fortissima immagine del potere che si presenta sempre come se i suoi ordini non fossero arbitrari, ma dettati dal buon senso; del potere che – anche quando fa il peggio – lo fa sempre per il tuo bene.

Per questo gli ordini del potere sono sempre travestiti di buon senso: “Se vai fuori dai binari puoi deragliare, per un treno non c’è niente di più rischioso”. Ciò segue la logica generale per cui la libertà è sempre pericolosa ed è meglio preferire la sicurezza (cioè l’ordine che il potere stabilisce e prepara per te) alla libertà. 

Quello che osserviamo all’opera in Tootle è un potere di tipo moderno, che non impone: finita l’epoca degli autoritarismi (dittature, totalitarismi, tirannie…), il potere segue oggi una strada diversa per ottenere l’obbedienza dei suoi sudditi (anche quando li chiama cittadini)5. Dapprima blandisce: “Che bella locomotiva! Vorrei fare di te un bolide!” (si legga: “Smetti di giocare e mettiti al lavoro. Produrrai con efficienza, senza distrazioni, fino a macinare Due-chilometri-al-minuto”). Poi consiglia: “Se vuoi diventare un bolide, allora devi rispettare le mie regole”. Quella del potere, insomma, sembra una richiesta, non un ordine; tuttavia, quando qualcuno non si allinea, il potere fa un passo in più, sottraendo al soggetto tutte le alternative: dimodoché non sarà possibile fare nulla, se non quello che il potere desidera (infatti, nessuno costringe Tu-tu a tornare sui binari; ma ci sono talmente tante bandierine rosse dappertutto, che per lui non rimane nient’altro da fare).

Un’altra delle armi che il potere usa per ottenere l’allineamento dei sudditi all’ordine è la delegittimazione: un comportamento non allineato viene stigmatizzato come indegno (il sindaco dice che Tu-tu sembrava molto sciocco – very silly – quando si divertiva spensierato)6. A volte la cosa può arrivare al punto che il soggetto dubita perfino di se stesso: così Tu-tu, accerchiato dalle bandierine rosse, finisce col dire: “Come ho potuto credere che questo prato fosse così bello? Non lo è affatto, non potrò mai divertirmi qui”.

E poi c’è l’abuso del linguaggio. Pensiamo a Tu-tu che sta nel giardino a guardare le farfalle volare (flying); sappiamo già, fin dalle prime pagine, che lui vorrebbe essere uno che corre veloce (un Flyer)7. Le due parole, quasi uguali, sottolineano che il desiderio di Tu-tu è quello di essere come le farfalle: spensierato, libero di andare su e giù a piacimento (dip and soar). Eppure, per il potere, un Flyer non è uno dotato di questa libertà: al contrario, per diventarlo si deve essere tristi (sad) e disposti a restare sul percorso tracciato da qualcun altro senza sconfinare mai (non bisogna conseguire solo un voto alto in questa disciplina, ma il più alto di tutti: 10 e lode). La stessa parola (fly) che dovrebbe alludere proprio alla libertà di chi può volare (il cielo è quella parte di mondo dove non esistono strade già tracciate) viene distorta dal potere fino a diventare il suo esatto contrario: Flyer adesso è l’ingranaggio del meccanismo, che gira a tempo con gli altri proprio come tutti si aspettano e non fa nient’altro che produrre (nel caso della locomotiva, macinare chilometri). Linguaggio sfruttato a fini propagandistici e distorsivi fin dall’inizio: il nome del villaggio, Lower Trainswitch (qui reso con Valle dello Scambio), allude allo scambio ferroviario tramite il quale il treno devia il suo tragitto; riferimento alla “libertà” che i treni avrebbero di cambiare strada, di avere delle alternative al loro percorso preordinato. Ma sappiamo bene che si tratta di una libertà solo illusoria, ciò che d’altro canto viene prefigurato fin dall’inizio: anche l’alternativa dettata dallo scambio infatti è preordinata (perché non si può scegliere a piacimento, ma solo fra le alternative messe a disposizione) e non è libera (non è il treno a scegliere su quale binario andare). Sui binari non c’è nessuna libertà. Anche qui dunque si usa il linguaggio distorcendolo fino a significare esattamente il contrario di ciò che dovrebbe.

Nota a margine. Il fischio di Tu-tu è un aspetto molto significativo. Per lui emettere quel verso non vuol dire solo fischiare e farsi sentire: vuol dire essere se stesso. Infatti quando fischia lui fa Tootle, che è il suo verso ed è anche il suo nome. Ed è a questo che la gente del villaggio gli chiede di rinunciare, quando dice di avere il mal di testa: deve rinunciare a essere se stesso. La gente del villaggio, a cominciare dal sindaco, non vuole avere intorno una locomotiva indipendente e originale: vuole locomotive che si comportino tutte allo stesso modo, dall’andamento ordinato, regolare, prevedibile. Ecco perché il sindaco ride sotto i baffi dopo aver ascoltato il piano del preside8: perché sa che quel piano avrà successo, e lui finalmente potrà ritrovare la sua pace (la conformità). L’importanza del fischio della locomotiva viene messa in evidenza fin da subito: quando viene detto che il verso delle locomotive adulte è il triste “Tuuu”9 che i giovani si sforzano di imitare, mentre il meglio che riescano a fare è un gioioso “Tu-tu” (Tootle).

Una storia dal finale amaro, che si chiude con la vittoria del potere e l’omologazione di Tu-tu (come nel più celebre 1984).

  1. “American Flyer” nel testo. Marca di trenini giocattolo prodotti negli Stati uniti fin dal primo Novecento. ↩︎
  2. Dettagli del testo originale tagliati in questo adattamento. ↩︎
  3. Dettaglio del testo originale tagliato in questo adattamento. ↩︎
  4. Dettaglio del testo originale tagliato in questo adattamento. ↩︎
  5. Va da sé che non esiste un’unica forma di potere nel mondo contemporaneo. Ci si riferisce qui alle forme più tipicamente occidentali (europee e anglosassoni). ↩︎
  6. Dettaglio del testo originale tagliato in questo adattamento. ↩︎
  7. Qui tradotto con “bolide”. ↩︎
  8. Dettaglio del testo originale tagliato in questo adattamento. ↩︎
  9. Dettaglio del testo originale tagliato in questo adattamento. ↩︎

Autore: Paolo Calabrò

Mental Coach professionista ai sensi della L. 4/2013-Norma UNI 11601:2024, laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, collaboro con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Dirigo con Diego Fusaro la collana di filosofia "I Cento Talleri" dell'editore Il Prato e con Daniele Baron la rivista online «Filosofia e nuovi sentieri». Ho pubblicato in volume i saggi: – EDITING. Manuale per la revisione del testo in 101 passi (Il Prato, 2024); – Pensiero in azione. Politica e morale nella filosofia pratica di Raimon Panikkar (Il Prato, 2024); – Il rischio di pensare. Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e i libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o Del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della serie "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.

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