Filosofia e nuovi sentieri

«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L’un compito è proprio del genio che crea, l’altro della perspicacia che perfeziona» Denis Diderot

Franz Kafka, ’A metamorfosi, ed. Coppola, 2024. Trad. in napoletano di John McDillan.

Lascia un commento

Interessante e benvenuta l’operazione di tradurre in napoletano classici della letteratura (oltre a Kafka, gli editori Marotta e Cafiero – “Coppola” è un loro marchio – propongono Fedro e Perrault) nel formato tascabilissimo (6,5 x 13 cm) della collana “i fiammiferi”, che con questo titolo supera quota cento. A disposizione di chi voglia leggere un napoletano che non sia quello classico di Scarpetta e De Filippo.

Purtroppo l’esito non è all’altezza dell’idea e della veste editoriale, in quanto il contenuto esibisce una scarsa cura tanto del testo quanto della lingua. Al di là di questioni discutibili (e ancora discusse), come ad es. l’uso degli apostrofi a fine parola (francamente inutile, dato che in napoletano la vocale finale è muta); o come l’uso della consonante iniziale raddoppiata in certe parole dal suono più forte; o ancora l’uso dell’eufonica in espressioni come ad arapì, ad arrefonnere, ed ecco, quello che risalta è una scrittura casuale, priva di una guida salda in termini grammaticali e lessicali (strana al riguardo l’assenza di una nota critica di chiusura circa gli standard utilizzati).

Alcune osservazioni sul testo.

In napoletano, il plurale si forma con la e finale: qui invece incontriamo ad es. spasimi, o tessuti. I reni (maschile) vengono definiti come toste-toste (che è femminile: il maschile è tuoste-tuoste). Alcuni accenti vengono invertiti (vedè al posto vedé; cadè al posto di cadé); altri vengono apposti a centro parola senza necessità (stéva; suónno). Alcune parole vengono riprese dall’italiano, come il se (in napoletano la forma corrispondente e corretta è si), o come follia (pazzaria) o ancora come aprisse. Altre parole sono sbagliate: si può usare appiso per il maschile e appesa per il femminile; ma appisa no. non è un’interiezione, ma la forma ’o ’i’? (Vedi?). Similmente, adda corrisponde a ha da (cioè: deve), con consonante raddoppiata.  Si ritrova l’uso di termini dubbi come popo (talora scritto popio); il raddoppio della consonante iniziale non corrispondente al parlato (vvenuto, mme); qualche refuso (n’ncoppa; sonolenza; spazi mancanti dopo la virgola; apostrofo chiuso anziché aperto in ‘ntecchia, o in ‘a); qualche  errore di ortografia (’ofatto, asotto, ’ntono). 

Cosa più grave, si riscontra qua e là una mancanza di omogeneità nella grafia. Ad es., comme na in un punto e comme a na in un altro; oppure i’, scritto talvolta come io; vicina/vecina; o ancora pe scritto a volte con l’apostrofo (pe’), a volte senza la e (p’); a volte per intendere per le

La sensazione generale – al netto dello sforzo comunque notevole, che traspare dalla lettura – è di innaturalezza: viene da pensare che nessuno parli davvero così a Napoli. Oggi, data l’abbondanza di pubblicazioni al riguardo, non si è più costretti a scrivere il dialetto “a orecchio” (per quanto la forma “a orecchio” avrebbe imposto quanto meno la doppia c in Oicanno); per il napoletano, in particolare, esistono decine di vocabolari, almeno due dizionari etimologici ottimi (Iandolo e D’Ascoli) e non poche grammatiche disponibili anche in edizioni dall’ampia diffusione.

Autore: Paolo Calabrò

Mental Coach professionista ai sensi della L. 4/2013-Norma UNI 11601:2024, laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, collaboro con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Dirigo con Diego Fusaro la collana di filosofia "I Cento Talleri" dell'editore Il Prato e con Daniele Baron la rivista online «Filosofia e nuovi sentieri». Ho pubblicato in volume i saggi: – EDITING. Manuale per la revisione del testo in 101 passi (Il Prato, 2024); – Pensiero in azione. Politica e morale nella filosofia pratica di Raimon Panikkar (Il Prato, 2024); – Il rischio di pensare. Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e i libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o Del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della serie "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.

Lascia un commento